In vista dell’operazione di smantellamento dei blocchi stradali, la Serbia ha proclamato lo stato di massima allerta delle sue truppe.
Continuano le tensioni tra Serbia e Kosovo. La Serbia si trova in stato di allerta e le sue truppe al confine con il Kosovo sono pronte all’attacco. La situazione sorge nonostante la NATO, intervenuta nel territorio per ‘calmare le acque’ già da parecchi anni, abbia esortato ad allentare la tensione tra Belgrado e Pristina.
Le tensioni
La situazione in Kosovo è particolarmente delicata. Il Kosovo è a tutti gli effetti uno Stato indipendente, ma non è riconosciuto da tutta la comunità internazionale come Stato. Dal 2008, quando il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza, lo Stato è stato riconosciuto indipendente soltanto dalla metà degli Stati che fanno parte delle Nazioni Unite.
In questa situazione di allerta, Belgrado sta prendendo precauzioni per tutelare i propri cittadini. Lo ha dichiarato il presidente serbo Aleksandar Vucic. Le sue parole: “Ci troviamo in una situazione difficile ma faremo tutto il possibile per preservare la pace e la stabilità, ma anche per proteggere i nostri cittadini nel Kosovo settentrionale. Visto che la parte albanese è stata armata e ha accresciuto il livello di preparazione al combattimento adotterò tutte le misure necessarie per proteggere la nostra nazione, la Serbia”.
Poco prima dell’annuncio del presidente serbo, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito insieme al Ministro della Difesa si erano recati alla frontiera amministrativa serbo-kosovara. Ciò a causa di una sparatoria, nella quale – fortunatamente – nessuno è rimasto ferito.
La sparatoria è accaduta nei pressi di Zubin Potok. Si tratta una delle località interessate dai blocchi stradali applicati dalla minoranza serba, per protestare contro l’arresto dei poliziotti serbi che si erano dimessi.
I media locali hanno reso nota la decisione delle autorità del Kosovo di mettere in stato di allerta le truppe, in quanto è in programma un’operazione atta alla rimozione dei blocchi stradali e delle barricate dei manifestanti nel Kosovo settentrionale.
In vista dell’operazione a 1.500 militari era stato ordinato di tenersi a disposizione. In questo modo sarebbero potuti facilmente intervenire nel caso di una chiamata notturna. Le truppe serbe hanno risposto mettendo in stato di massima allerta le truppe.